martedì 19 febbraio 2013

La tecnica dei perché




Non esiste quello che pensate o sentite di essere. Siete tutto ciò che potete diventare
- Owen Fitzpatrick-

Chiunque abbia fatto almeno una volta una ricerca online sul miglioramento personale si sarà imbattuto di sicuro in uno della miriade di siti che consigliano di fare ripetizioni di affermazioni potenzianti e positive, come se fosse un mantra continuo, per poter ottenere un miglioramento dello stato psicologico e di vita. Come ad esempio le tecniche della famosa Louise L. Hay che consiglia di usare uno specchio e ripetersi davanti ad esso frasi amorevoli e di accettazione, o di scriverli su un foglio in abbondante quantità. Molti sostengono di aver tratto risultati positivi da questo metodo e non è certo mia intenzione contraddirli, tuttavia ho trovato citata poche volte (per la verità solo una volta sul blog di Zewale Rovesta) una tecnica a mio avviso molto più interessante, che riprende il metodo delle affermazioni potenzianti ma le sposta ad un livello più cognitivo. Certamente ripetersi 200 volte al giorno "io mi amo e mi voglio bene così come sono", aiuta di sicuro, ma nel mio caso, e forse anche nel caso di altri, questo metodo non è servito ad un granché. In misura maggiore devo dire perché le normali affermazioni trovano mille resistenze psicologiche e il rischio è quello di incappare in un ulteriore conflitto interiore se non addirittura forzarsi troppo a cambiare. Ho invece trovato un migliore riscontro, con le cosiddette afformazioni, di cui però ben poco si parla, vediamo di capire meglio di che cosa si tratta.



Il concetto di afformazione è stato introdotto da Noah St. John con l'intento proprio di aggirare le resistenze psicologiche ed evitare il conflitto interiore. Il concetto deriva dalla cibernetica e dal semplice concetto di circuito aperto e circuito chiuso: l'affermazione è un circuito chiuso, poiché non lascia spazio a nessun'altra cosa, è così e basta, mentre l'afformazione viene proposta come un circuito aperto, la cui chiusura è lasciata all'individuo, che sarà spontaneamente portato a voler chiudere il circuito. Tutto questo semplicemente ponendosi delle domande potenzianti, anziché fare affermazioni.



Tutti noi in realtà abbiamo già sperimentato questo metodo, anche se inconsapevolmente e spesso purtroppo ponendosi domande depotenzianti e svilenti tipo: Come mai mi vanno tutte male? Perché mi sento sempre incapace e inadeguato? Perché è tutto così difficile? Il problema signori è che LA MENTE VA AUTOMATICAMENTE ALLA RICERCA DELLE RISPOSTE e che risposte verranno date secondo voi a queste domande? Si andranno a cercare inutili cause che serviranno solo ad ingigantire il problema e a sviluppare convinzioni demotivanti e svilenti sulle persone, sulla vita e su sé stessi. Se invece sfruttiamo il meccanismo automatico di ricerca delle risposte della mente, formulando domande potenzianti, ecco che possiamo invece cominciare a scardinare vecchie convinzioni senza però entrare in conflitto con i valori e le norme finora interiorizzati.

Facciamo qualche esempio pratico:



Perché sono rilassato?



Perché ogni giorno le cose vanno sempre un po' meglio?



Perché mi sento sempre più a mio agio con la gente?



Perché sono degno di essere felice e amato?



Perché le mie emozioni e i miei pensieri sono qualcosa di positivo?



E così via, ovviamente potete personalizzarle e a seconda delle problematiche che avete, usando la vostra creatività. Provate a porvi una domanda di queste, noterete che con tutta probabilità la vostra mente comincia già a rispondere senza nemmeno che voi lo vogliate! In altre parole giungerete da soli a darvi una risposta potenziante, senza introdurla con la forza. Se per esempio ti chiedi "Perché sono rilassato?" le risposte che potrebbero venire fuori suonerebbero qualcosa come: "Perché in questo momento sono al sicuro, perché tutto è tranquillo e nessun pericolo è intorno a me".

Questo sistema delle domande aperte è molto utile ed efficace se la domanda viene posta come se fosse già per scontato che la cosa esistesse. E ricordatevi con il "come se", si ottengono grandissime cose. (Vedi post sul "come se")



Sperimentate questa tecnica e se all'inizio le risposte non arrivano non importa, limitatevi soltanto a formulare le domande, vedrete che presto giungeranno anche le risposte con pochissimo sforzo.



Ritagliatevi dei momenti della giornata in cui non vi sentite stressati o pressati, il migliore secondo me è prima di addormentarsi, bastano 10 minuti. Non assillatevi durante la giornata con queste domande perché non serve, continuate solo nello spazio prestabilito.



Grazie a tutti!!

2 commenti:

  1. Stupendo questo post, grazie per questa condivisione 😊
    ...é vero, così facendo si creano delle affermazioni positive che sostituiscono le negative. Si dice che in media siano sufficienti 30 giorni per sviluppare una nuova abitudine, sono sicura che possano essere sufficienti anche per questo
    💪💛

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